La prima edizione si è conclusa e con lo sguardo degli altri abbiamo avuto tutti l’opportunità di immergerci in nuove visioni.
Rottura di schemi, rovesciamento di luoghi comuni, personali destabilizzazioni.
Abbiamo affondato il pensiero nella sapienza altrui, donata senza remore da professionisti di alto livello, sia sul piano intellettuale che umano.
Non è stato semplice pensare, progettare, organizzare e gestire la rassegna completamente da sola, completamente da zero. Inutile, insomma, nascondere che ci sono state alcune difficoltà, di certo più di quanto mi aspettassi. Ma va bene così, perché è stato bellissimo! Ogni cosa fatta per la prima volta paga uno scotto, ma fortunatamente sulla bilancia le soddisfazioni pesano più delle difficoltà. Questione di tempo, di fiducia. Da settembre si ricomincia e già ora sto lavorando alla prossima edizione. Quindi state lì.
Questo è il momento per fare bilanci ma anche per ringraziare.
Io quindi ringrazio di cuore, e non è un modo di dire, Fulvio Bortolozzo, Laura Manione, William Guerrieri, Tano D’Amico, Efrem Raimondi, Maurizio Buscarino, per la disponibilità, l’entusiasmo, la gentilezza e la fiducia con cui hanno accettato il mio invito. Ringrazio i partecipanti ai workshop per la serietà con la quale hanno affrontato il lavoro proposto e perché senza di loro non sarebbe stato possibile scrivere queste righe.
Ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto questa iniziativa, anche solo diffondendo le notizie.
E ringrazio il Teatro dei Venti, che ha dato una casa accogliente alla rassegna.
Ci sono moltissime ragioni per lasciar perdere ma ci sono moltissime buone ragioni per continuare.